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Lo Stato al fine di tutelare l’ordine pubblico ed impedire operazioni illecite pretende la registrazione su appositi registri vidimati dalle questure di tutte le compravendite di oggetti preziosi usati.
I titolari dei Compro oro sono tenuti a registrare le generalità del cliente, il materiale acquistato ed il prezzo pattuito.

Assolutamente No. Il tutto è esente da I.V.A. e da tasse trattandosi di vendita da privato.

L’oro essendo quotato nelle maggiori borse mondiali continua a cambiare valore.
Visita la nostra sezione calcola il valore del tuo Oro per una quotazione in tempo reale.

Il colore viene determinato dai metalli aggiunti all’oro per formare la lega utile alla lavorazione.
Aggiungendo maggiore quantità di rame si otterranno leghe di colore rossastro, aggiungendo maggiori quantità di argento si otterrà una lega più bianca.
A parità di titolo o punzone non vi è differenza di valore tra l’oro bianco e l’oro giallo, sebbene in gioielleria l’oro bianco venga venduto a prezzi più alti.

L’oro viene mandato a una ditta specializzata che provvede alla fusione e alla raffinazione per ottenere oro puro 999,999, successivamente viene rivenduto sul mercato internazionale.

Indicano la quantità di oro puro contenuta in un oggetto.
Il simbolo 18Kt, sostituito dal simbolo 750, indica che la lega di tale oggetto è composta al 75% da oro puro e al 25% da altri metalli.
I punzoni universalmente riconosciuti sono:
– 8kt o 333 (33,3% di oro puro)
– 9kt o 375 (37,5% di oro puro)
– 12kt o 500 (50% di oro puro)
– 14kt o 585 (58,5% di oro puro)
– 18Kt o 750 (75% di oro puro)
– 22Kt o 900/916 (91,5% di oro puro)
– 24Kt (oro puro al 99,99%)

Ecco la scaletta dei metalli:
Rodio: vale circa 10 volte piu’ dell’oro
Platino: vale circa il doppio dell’oro
Oro
Palladio: vale circa la metà dell’oro
Argento: vale un trentesimo dell’oro

L’oro puro è troppo tenero per poter essere lavorato normalmente; viene indurito legandolo ad altri metalli (in genere rame e argento).
L’oro e le sue leghe sono usati in gioielleria, nel coniare monete e sono uno standard di cambio valutario per molte nazioni.
Per via della sua resistenza alla corrosione ed alle sue notevoli proprietà elettriche, ha trovato sempre più spazio anche in applicazioni industriali.
Sono in corso studi sull’utilizzo dell’oro come catalizzatore; infatti l’oro mostra una grande attività catalitica quando si trova in forma di nanoparticelle disperse su adeguati supporti.

I catalizzatori supportati a base di oro ricoprono un ruolo fondamentale in diverse reazioni, tra cui:
– ossidazione di monossido di carbonio (CO)
– ossidazione completa di idrocarburi;
– ossidazioni selettive;
– reazioni di water-gas shift.
L’attività di questi catalizzatori dipende notevolmente dal metodo di preparazione e dal tipo di supporto utilizzato.

Nella componentistica elettronica:
– svolge funzioni critiche in molti computer, apparecchi per telecomunicazioni, motori jet e numerose applicazioni industriali;
– trova ampio uso come materiale di rivestimento delle superfici di contatti elettrici, per garantirne la resistenza alla corrosione nel tempo.
In ambito astronautico:
– l’oro è usato come rivestimento protettivo di molti satelliti artificiali data la sua elevata capacità di riflettere sia la luce visibile che quella infrarossa.
A scopo medico e diagnostico:
– l’oro colloidale viene utilizzato in un particolare tipo di elettroforesi, una metodica di diagnostica medica;
– realizzazione di otturazioni e ponti in odontoiatria;
In sospensione colloidale, trova impiego nella pittura delle ceramiche ed è oggetto di studio per applicazioni biologiche e mediche;
l’aurotiomaleato di disodio è un farmaco per la cura dell’artrite reumatoide;
l’isotopo radioattivo 198Au (emivita: 2,7 giorni) è usato in alcune terapie anti-tumorali;
Nelle indagini a miscroscopio:
– l’oro è usato per rivestire campioni biologici da osservare sotto un microscopio elettronico a scansione;
In ambito fotografico:
– l’acido cloroaurico trova uso in fotografia per far virare l’immagine prodotta dai sali d’argento;
A scopo ornamentale:
– l’oro può essere tirato in fili ed inserito in tessuti ed ornamenti;
l’oro bianco – una lega con platino, palladio, nichel o zinco –
funge da sostituivo del platino in alcune applicazioni ed in gioielleria;
– inoltre tale lega ha un basso coefficiente di dilatazione termica;
l’oro verde (in lega con l’argento) e l’oro rosso (in lega col rame) sono usati in gioielleria;
nello sport e nelle premiazioni:
una medaglia d’oro è il premio assegnato al vincitore di moltissime competizioni e concorsi, non ultimi le Olimpiadi ed il Premio Nobel;
Nella cucina:
– l’oro metallico è usato come ingrediente in alcune ricette di alta cucina; non avendo praticamente alcuna reattività non altera i sapori

Come gli altri metalli preziosi, l’oro viene quotato al grammo o all’oncia.
Quando è in lega con altri metalli, la sua purezza è misurata in carati, con una scala che fissa a 24 carati l’oro puro.
Un altro modo comune di indicarne la purezza è l’uso di un valore compreso tra zero e uno – a tre cifre decimali – o una frazione in millesimi (18 carati ? 18/24 ? 0,750 ? 750/1000 ? 75%).

Il prezzo dell’oro è fissato dai mercati tuttavia, dal 1919, la Borsa di Londra stabilisce due volte al giorno un prezzo di riferimento (il cosiddetto fixing dell’oro).

Storicamente l’oro è stato impiegato per supportare le valute in un sistema economico basato sul gold standard, in cui il valore di ogni valuta è stabilito equivalente ad una certa quantità di oro.
Come parte di questo sistema, i governi e le banche centrali tentarono di controllare il prezzo dell’oro fissandone le parità con le valute.
Per un lungo periodo gli Stati Uniti fissarono il prezzo dell’oro a 20,67 dollari/oncia (pari a 0,66456 $/g) che poi elevarono a 35 dollari/oncia (pari a 1,12527 $/g) nel 1934.
Nel 1961 mantenere questo prezzo era diventata un’impresa ardua; le banche centrali degli Stati Uniti d’America e dell’Europa iniziarono a coordinare le loro azioni per mantenere il prezzo stabile contro le forze di mercato.

Andamento del prezzo dell’oro tra il 1968 e il 2008.
Il 17 marzo 1968 le circostanze economiche causarono il fallimento di questi sforzi congiunti; venne introdotto un doppio regime, che fissava il prezzo dell’oro a 35 dollari/oncia per le transazioni valutarie internazionali, lasciandolo però libero di fluttuare per quanto concerneva gli scambi tra privati.
Questo doppio regime fu abbandonato nel 1971, quando il prezzo dell’oro fu lasciato libero di variare in accordo alle leggi di mercato.
Le banche centrali possiedono ancora oggi riserve auree a garanzia del valore delle proprie valute, anche se il volume globale di queste riserve è andato via via calando (causa la progressiva coniazione di moneta in assenza di controvalore aureo o di qualunque altro metallo).

Dal 1968 il prezzo dell’oro sui mercati ha subito ampie oscillazioni, con un record massimo di 1.043,78 dollari/oncia (33,10 $/g) il 6 ottobre 2009 (al Comex di New York), ed un minimo di 252,90 dollari/oncia (8,131 $/g) il 21 giugno 1999 (fixing di Londra).
Il prezzo è salito a 420 $/oncia (13,503 $/g) nel 2004 a causa della svalutazione del dollaro statunitense; il prezzo dell’oro in altre valute (ad esempio l’euro) ha subìto nello stesso periodo un aumento inferiore, comunque consistente, al 10% dalla quota di 330 euro/oncia (10,6 €/g).

L’oro costituisce a volte parte di un investimento finanziario difensivo (bene rifugio per la tutela del capitale), data la stabilità del suo valore commerciale a lungo termine e la sua sostanziale scorrelazione rispetto all’andamento del mercato azionario ed obbligazionario; proprio per questa sua stabilità, la speculazione sull’oro diventa particolarmente appetibile quando la fiducia in una valuta viene meno, e quando il valore di una valuta è soggetto ad iperinflazione.
Il prezzo dell’oro è anche alla base di futures con cui si specula sul suo ipotizzato valore futuro. Dall’elezione di Bush a presidente degli Stati Uniti d’America il prezzo di un’oncia è passato da 200 dollari a 540 dollari.
Il valore dell’oro è fortemente influenzato dall’offerta, motivo per cui la sua estrazione è ponderata attentamente: incrementarne la produzione significa spesso farne crollare il prezzo.
Il prezzo massimo raggiunto dall’oro, tenuto conto dell’inflazione, può essere considerato quello raggiunto il 21 gennaio 1980 (circa 850 dollari l’oncia), corrispondenti a quasi 2000 dollari all’oncia col potere d’acquisto del 2008.